Il gioco del tamburello

(dal libro di Mario Richetta)
Quando si parla di " tambass " si evoca una parte importante della storia recente della comunità di Gabiano, a partire dal dopoguerra fino ai giorni nostri.
E' un filo di ricordi, di emozioni, di momenti indimenticabili, di persone e personaggi che col tambass sono legati in maniera indissolubile, vuoi come giocatori, come tifosi o come dirigenti.
Il gioco del tamburello è uno sport radicato nella storia della comunità di Gabiano sicuramente fin dal medioevo, gioco da sempre improntato sulla partecipazione collettiva.
Viene già menzionato sugli Statuti comunali del 1422, non però con il termine attuale "tamburello" ma col nome di "gioco del bracciale"; impegnava moltissimo le persone, al punto tale che il gioco spesso degenerava in risse, con problemi per l'ordine pubblico, per cui erano vietate le scommesse.
Il bracciale nasce in Piemonte attorno al 1500; era uno strumento ricavato da un cilindro di legno in noce o pero svuotato all'interno, e totalmente torchiato all'esterno da punzoni di forma piramidale, disposti su file alternate.
L'attrezzo copriva totalmente l'avambraccio. Intorno al 1700 il bracciale si riduce di dimensioni, copriva solo più il pugno ed il polso.
Questo tipo di gioco era praticato dalle classi sociali più abbienti, in quanto lo strumento (il bracciale) era molto costoso - la sua realizzazione richiedeva più di 40 ore di lavoro - il tamburello era riservato alle classi più povere in quanto per la costruzione di una paletta di legno con un'impugnatura in cuoio (antenato del tamburello attuale) erano sufficienti alcune ore di lavoro.
La partita veniva disputata da quattro giocatori per campo, a Gabiano veniva giocata negli spazi attorno al Castello.
Dalla tradizione orale emerge che a Gabiano, in frazione Zoalengo, fino agli anni '70 vennero prodotti tamburelli, in pelle di mucca (dal ventre) o di cavallo (dal collo), da un artigiano contadino, Ettore Capretto, nella sua cascina in via Cavour.
Li produceva per tutti, sia per i professionisti che per gli amatori, per i grandi e per i piccoli.
Nato a Zoalengo nel 1889, Ettore detto "Vigin" o "l'Varenghin" dagli amici, era un fervido appassionato di questo gioco e da questa passione, dopo la 1° guerra mondiale, nacque l'idea di costruire tamburelli.
Li costruiva soprattutto d'inverno, quando il lavoro nei campi subiva un calo e d'estate conciava le pelli.

 

Praticamente autodidatta, si costruì da solo i macchinari necessari per la sua produzione artigianale, per piegare a caldo i listelli di legno che componevano il cerchio, e per tendere le pelli in modo da renderle elastiche.La pelle trattata veniva poi fissata al cerchio con circa 200 chiodini; il tamburello veniva poi rifinito con verniciature colorate e con l'applicazione dell'impugnatura in cuoio.
Costruiva anche "la bifetta", un tamburello particolare, di forma ovale a goccia, che si usava solo per la battuta.
Il tamburello in Monferrato ha due modi di esprimersi: a muro o in campo libero, e ogni paese adatta il tipo di gioco ai propri spazi.
A Gabiano viene da sempre praticato quello in campo libero, fin dal 1930 per gli incontri ufficiali al campo sportivo di "Case Menino" di Gabiano, per le partite tra amici andava bene anche la piazza o la strada del paese.
Ogni frazione di Gabiano aveva una squadra, e i derby tra le frazioni erano sentitissimi, il campanilismo era sfrenato.
Dal 1965 questo gioco tornò molto in auge in tutto il basso Monferrato e l'Astigiano, anno in cui il Gabiano vinse il 1° Torneo del Monferrato serie A piemontese, diventato poi dal 1968 Campionato italiano di serie A.
Uno dei giocatori più forti di quel periodo d'oro fu Giulio Zanotto di Sessana, classe 1911, uno dei più forti rimandi italiani degli anni 1930-1950, che ha giocato fino agli anni '70 come terzino in serie A.
Quello che Gabiano ha avuto e che ha ancora oggi lo deve agli effetti positivi degli anni 1965-1971.
I primi segni di cedimento si ebbero dal 1971, con gli ingaggi dei giocatori in continua ascesa ed il pubblico che cominciava a calare.
La società del Gabiano dagli anni '70 ha comunque contribuito a far emergere giocatori di livello nazionale quali Angelo Uva classe 1935, Giuseppe Gagliardone classe 1937 e Gianni Grillo classe 1949.
Questi tre giocatori sono sempre stati considerati gli allievi prediletti del grande Giulio Zanotto.
Nel caso di Angelo Uva, l'allievo ha superato il maestro, vincendo due titoli italiani di serie A e ben quattro titoli piemontesi del Torneo del Monferrato.
Negli anni '80 nel nostro Comune gareggiavano tre squadre: il Gabiano di Luciano Galetto, il Sessana ed il Varengo di Paolo Bossetto, squadra che arriva a vincere nel 1989 il Campionato italiano regionale di serie B.
Come ultimo risultato di prestigio, in ordine di tempo, il Gabiano ha vinto nel 2000 il Campionato italiano di serie D.