Chiesa di San Pietro Apostolo

Fondazione della pieve: XI secolo. Ricostruzione: XVII secolo. Interventi: XIX secolo. Stile: neoclassico. Elementi architettonici:
Facciata a due ordini intonacata e dipinta in bianco con lesene; trabeazione e timpano in giallo ocra; volute di raccordo tra i due ordini.
Pianta a navata unica e cappelle, volta a botte con graffi in corrispondenza delle lunette; campanile gotico.
Opere di pregio: Affreschi di Paolo Maggi (XIX secolo) nelle volte, nel presbiterio e nel coro, organo in stile impero di Giacinto Bruna (XIX secolo). In sacrestia "lapide dei parroci".
L'edificio sacro, dedicato a San Pietro, che si può ammirare oggi risale al 1690 e fu costruito sui resti di un'omonima pieve medievale del secolo XI, di cui rimane il campanile. La chiesa subì rimaneggiamenti nel secolo XIX.
La facciata, a due ordini sovrapposti dalle semplici linee è ottocentesca. L'interno è a tre navate con volta a botte, decorata con pregevoli affreschi del Maggi. Vi sono anche interessanti tele seicentesche. A lato della chiesa si trova la vasta casa parrocchiale del sec. XVII.
Aneddoti: Nel 1774 poco a valle della chiesa venne dissotterrata una pietra miliare di granito in due frammenti, con iscrizione dei Tetrarchi (293-305 d.c.) e sul lato opposto degli imperatori Valente e Valentiniano (364-367 d.c.); il cippo fu dapprima infisso nel piazzale della chiesa, nel 1873 venne acquistato da Camillo Leone e ora si trova al Museo Leone di Vercelli.
La chiesa si arricchì nel 1827 di un nuovo organo, costruito da Giacinto Bruna (1764-1836) di Migliano (Biella).
Lo strumento è posto sulla tribuna sopra il portale d'ingresso, ed il restauro, eseguito nel 2009, ha mantenuto la fisionomia e disposizione originale. L'organo non era più agibile da diversi decenni per il cedimento della tribuna. L'antico strumento, ora perfettamente funzionante, presenta esternamente 35 canne di stagno a profilo piatto, e quattro mantici di forma a cuneo, che sono collocati sul basamento dentro l'organo e vengono sollevati da un impianto a funi e contrappesi d'epoca.
Il restauro è stato possibile grazie all'interessamento dell' Associazione Idea Valcerrina presieduta da Gian Paolo Bardazza, che ha ottenuto contributi, oltre che dalla popolazione di Gabiano, dalla Fondazione CRT e dalla CEI.